Ecomimesis.
Abstract progetto espositivo.
Roma, 2023.
Il rapporto dell’essere umano con la Natura è cambiato, come anche è cambiata l’indagine che se ne fa in merito. L’Arte che è a imitazione della Natura, è stata nei secoli sostenuta da strumenti d’indagine come ad esempio il disegno, come strumento di osservazione e conoscenza. Galileo si servì del disegno per studiare le fasi della Luna, scoprendo che essa non era, così come si era da sempre creduto, perfetta e liscia, ma la sua superficie era costellata da tubercoli e imperfezioni, che rivoluzionarono il modo in cui la Luna era conosciuta fino al quel momento.
Quando l’Arte traduce la Natura per mezzo di un artista - personalità affine allo scienziato perché basa sulla ricerca il suo percorso - stabilisce una connessione diretta tra essere umano e mondo in un rapporto di conoscenza e reciprocità, come scrisse Pietro Bembo nell’epitaffio dedicato a Raffaello:”Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire.”. Spizzichino e Gèleng raccontano la Natura e il loro rapporto con essa nelle loro personali visioni più intime e metaforiche: sono lavori che si traducono in una interpretazione personale dell’elemento naturale, che sia boschivo, atmosferico o terreno.
Ciascun elemento, scardinato nelle sue caratteristiche e peculiarità, include contemporaneamente la memoria emotiva, le possibili inquetudini e il rapporto che i due artisti hanno con essa. Spizzichino riformula gli elementi naturali cercando un patteggiamento tra ciò che osserva e ciò che ricorda delle cose, mentre Gèleng rielabora la tavolozza del mondo per impastarla in un groviglio primordiale di colori, segni, possibilità. Sono entrambi lavori organici, che si incastrano nella necessità sempre più allargata di riformulare il rapporto con l’ambiente, forse più ecologico e meno egologico. Una mostra che propone di uscire dalla scala gerarchica che vede l’essere umano al di sopra della Natura, per favorire una visione più sistemica e coesistente, dove ogni cosa è intersecata all’altra.
Abstract progetto espositivo.
Roma, 2023.
Il rapporto dell’essere umano con la Natura è cambiato, come anche è cambiata l’indagine che se ne fa in merito. L’Arte che è a imitazione della Natura, è stata nei secoli sostenuta da strumenti d’indagine come ad esempio il disegno, come strumento di osservazione e conoscenza. Galileo si servì del disegno per studiare le fasi della Luna, scoprendo che essa non era, così come si era da sempre creduto, perfetta e liscia, ma la sua superficie era costellata da tubercoli e imperfezioni, che rivoluzionarono il modo in cui la Luna era conosciuta fino al quel momento.
Quando l’Arte traduce la Natura per mezzo di un artista - personalità affine allo scienziato perché basa sulla ricerca il suo percorso - stabilisce una connessione diretta tra essere umano e mondo in un rapporto di conoscenza e reciprocità, come scrisse Pietro Bembo nell’epitaffio dedicato a Raffaello:”Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire.”. Spizzichino e Gèleng raccontano la Natura e il loro rapporto con essa nelle loro personali visioni più intime e metaforiche: sono lavori che si traducono in una interpretazione personale dell’elemento naturale, che sia boschivo, atmosferico o terreno.
Ciascun elemento, scardinato nelle sue caratteristiche e peculiarità, include contemporaneamente la memoria emotiva, le possibili inquetudini e il rapporto che i due artisti hanno con essa. Spizzichino riformula gli elementi naturali cercando un patteggiamento tra ciò che osserva e ciò che ricorda delle cose, mentre Gèleng rielabora la tavolozza del mondo per impastarla in un groviglio primordiale di colori, segni, possibilità. Sono entrambi lavori organici, che si incastrano nella necessità sempre più allargata di riformulare il rapporto con l’ambiente, forse più ecologico e meno egologico. Una mostra che propone di uscire dalla scala gerarchica che vede l’essere umano al di sopra della Natura, per favorire una visione più sistemica e coesistente, dove ogni cosa è intersecata all’altra.